Storie di vita

Quaranta biografie di italiane e di italiani che partirono alla ricerca di una vita migliore verso la Merica: Brasile, Argentina, Stati Uniti.

1836-1909, Stati Uniti, Biografia di Pedretti Carlo Maria

pedretti

 

CARLO MARIA PEDRETTI (1836 - 1909)

Carlo Maria Pedretti nacque a Chiavenna, in provincia di Sondrio, il 3 novembre 1836.
Cresciuto sotto l’occupazione austriaca, frequentò le elementari e il ginnasio, affascinato dagli ideali di Rousseau e di Mazzini. Nel 1859, alla notizia che Garibaldi aveva raggiunto Varese, disarmò la gendarmeria austriaca del paese. All’arrivo dei militari, scappò sui monti. Nel 1860, a causa di un disguido telegrafico, non riesce a partecipare alla spedizione dei Mille; senza perdersi d’animo, raggiunge il Meridione con un’altra nave e si unisce ai garibaldini. Disgustato dall’indisciplina delle truppe e malato, ottiene di tornare a casa. Nel 1867, con Giuseppe Marcora, incontra personalmente Mazzini a Lugano e ne resta fortemente impressionato. Contemporaneamente avvia una professione civile e diventa un attivista del miglioramento sociale ed economico della valle. Proprietario di una fabbrica di birra, fonda società di mutuo soccorso, concorre a istituire un ospedale, una biblioteca e scuole serali. Dal 1873 inizia una attività giornalistica fondando giornali di vallata, «Il libero alpigiano» e «L’Alpe Retica».
Nel 1878 muore la moglie e da allora la sua vita è strettamente legata a quella dei tre figli: Ferruccio, Mameli e Barsanti. Pressati dalla crisi economica, i Pedretti chiudono la fabbrica di birra.
I due figli maggiori partono per gli Stati Uniti, dove si stabiliscono a San Francisco. Nel 1892, Carlo Pedretti, insieme al figlio Barsanti, raggiunge gli altri in America.
A Genova si imbarcano sul S/s Fulda, piroscafo tedesco del Norddeutscher Lloyd, che copre la linea con New York. In una nave piena di emigranti, Pedretti e il figlio viaggiano con qualche comodità, in seconda classe, con passeggeri tedeschi, americani e inglesi. Del viaggio, iniziato il 28 settembre e concluso il 9 ottobre con l’arrivo a New York, Carlo Pedretti lascia una interessante descrizione che viene pubblicata dal giornale della Val Chiavenna. Da alcuni mesi funziona la stazione di Ellis Island, ma Pedretti, che viaggia come passeggero e non emigrante, non vi accenna e forse non se ne accorge neanche. Resta, nel suo scritto, lo stupore per le dimensioni e la modernità di New York e una vivida descrizione del viaggio che lo porta a San Francisco. In quella città, anche se ormai anziano, troverà lavoro: e sarà un lavoro pesante, anche se non dal punto di vista fisico. Contabile presso un’azienda, racconterà di lavorare dodici ore al giorno, spesso alla luce della lampada o della candela. Ma il lavoro non schiaccia la forte tensione ideale del vecchio garibaldino. Con il figlio Ferruccio fonda un settimanale, «Il Messaggero» e partecipa al quotidiano «La Voce del Popolo».
A questo punto, Carlo Pedretti è un uomo diviso tra due mondi: tra la vecchia Europa e l’Italia del tempo, e gli Stati Uniti, che avverte sempre di più come la patria dei figli a cui è legato. Schiacciato da questa contraddizione, nel 1894 ritornerà in Italia, ma dopo qualche mese ripartirà, nello stesso 1894, viaggiando da solo, sempre sul S/s Fulda, verso New York, dove arriva il 20 agosto 1894. Ritornato con i figli, con molta energia, Pedretti tornerà a lavorare e contemporaneamente a fare il giornalista e direttore di giornale, manifestando nella sua azione quel doppio impegno che lo contraddistinse, verso la società americana e verso quella italiana, agendo da veicolo di reciproca conoscenza tra due mondi ancora molto lontani. L’esperienza americana per Carlo Pedretti si chiude un decennio dopo, quando ormai settantenne s’imbarcherà per l’Italia nel 1905, raggiungendo il proprio paese dove morirà nel 1909. Diverso il destino dei figli: integrati nel nuovo paese, non torneranno più in Italia.

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