Lettere

Qui troverai lettere di emigranti italiani dal 1820 fino al 1920, da Argentina, Brasile, USA ai loro parenti in Italia. Da archivi pubblici e privati o pubblicazioni.

1926, Rìo Cuarto (provincia di Còrdoba), Paulucci Galizio

Fonte: Paola Cecchini, Terra promessa. Il sogno argentino, vol. I Storia e testimonianze, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, anno XI, 1996, pp. 505-506

Destinatario: i genitori
Mittente: Galizio Paolucci, marchigiano
Luogo e data: Río Cuarto (provincia di Córdoba), 1926


Testo:

Cari Genitori La presente e per farvi sapere che noi stiamo in buona salute come pure i nostri zii così speriamo che ne sia di voglialtri in famiglia il mio fratello Giuseppe sempre uguale pare che Iddio ancora non si ricorda di lui. Vi fo sapere che avanti ieri a dato a luce un bambino la mia consorte e gli mettiamo per nome antonio. La racolta miei cari genitori ci e andata male del tutto, se no era la mesata della mia consorte che era cucinera non si pigliava niente. Vi fo sapere che qui stesso dove stamo mi da cento cinquanta otari [ettari] di terreno per lavorarlo per mia conta un poco zio Benedetto un poco il mio suocero mi aiuta.

Cari genitori il sentimento più grande che abbiamo non è che ci è andato male a noi perche come sia ci a dato a mangiare e i pochi denari che avemo pigliato e stato sufficiente per i nostri bisogni però gia che Idio ci aveva provisto con questo terreno potevamo mandarvi i passaggi [sc. biglietti] e unirci assieme che e tanto il nostro desiderio però Idio non ci a conceduto questa grazia che tante volte gli avemo chiesto.
Caro padre noi saressimo contenti se aveste i denari disponibile per un passaggio che veneste o voi o Ubaldo e unaltroano con aiuto di dio farremo venire a tutti. Capirete che questa quantità di terreno si lavora con un aratro pero uguale o bisogno di tenere un ragazzo in casa per qualche lavoro che cie da fare. Così questi denari si risparmia.

Fo meno debito e qualche cosa che possiamo raccogliere o guadambiare con qualche animale manderemo gli altri passaggi.

Speriamo che la mia cara madre abbia guarito dalla malattia io di trascurato non sono scrito prima però mi perdonerete en la memoria vi abbiamo sempre tutti due. Quante volte abbiamo pianto assieme che si vedeva perdere il grano di giorno in giorno e il più era per la idea che avevamo di fare venire a voglialtri. Caro padre non manchate se potete di venire uno o laltro. Io più contento sarrebbe che veniste voi. Però fate come meglio vi pare e come sia contenta la mia madre. Tralascio di scrivere salutandovi di vero cuore come pure vi saluta i miei zii e famiglie.

Saluto amici e parenti e chi domanda di me vi spediamo tutti due la santa B.[enedizione] uguale dei nostri bambini e siamo per sempre vostri figli.

Paolucci Galizio e Erminia


[pubblicata in Paola Cecchini, Terra promessa. Il sogno argentino, vol. I Storia e testimonianze, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, anno XI, 1996, pp. 505-506]

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