Lettere

Qui troverai lettere di emigranti italiani dal 1820 fino al 1920, da Argentina, Brasile, USA ai loro parenti in Italia. Da archivi pubblici e privati o pubblicazioni.

1910, Santa Barbara, Alberto Z.

Fonte: Intervista raccolta da Giovanni Passeri, Il pane dei carcamano, Passigli, 1958, pp. 56-63

Alberto Z., dentista napoletano. Intervista raccolta da Giovanni Passeri, Il pane dei carcamano, Passigli, 1958, pp. 56-63.

Testo:
Siamo venuti nel 1910, miei genitori, mia sorella e un cugino. Avevo cinque anni. Parlo e scrivo male la mia lingua che è l’italiano perché è passato molto tempo, scusatemi. […] da Napoli, sempre per motivi di speranza in migliorare, si partì per il Brasile in emigrazione.
Arrivati in Brasile si andò ad abitare a Santa Barbara, una piccola città dell’interno dello Stato di San Paulo. Non esisteva luce elettrica, acqua canalizzata, eccetera, niente. […]
Carcamano ci chiamavano in senso dispregiativo noi italiani, che vuol dire mano pesante sulla bilancia, cioè ladro, e questo in parte era vero dato che i primi italiani venuti in questa terra erano ladri e avanzi di galera.
 Mio padre aprì un negozio di tessuti e articoli vari con il quale si viveva.
I primi insegnamenti mi furono dati da lui, posteriormente frequentai la scuola comunale. Continuai la serie “ginasiale” a Piracicaba, una città distante circa due ore per ferrovia.
Prima di iniziare i miei studi di odontologia, compiuti in San Paolo, che qui sono un corso autonomo e non una specializzazione medica, lavorai come ragioniere in una fazenda vicina, proprietà di un italiano: Francesco Di Cillo. Coltivavamo in grande scala la canna da zucchero per la fabbricazione di aguardiente. Con la costruzione della ferrovia, che nel suo tracciato passa per le terre del Di Cillo, lo sviluppo della fazenda fu notevole.
Acquistammo nuove terre, incentivammo la cultura di canna da zucchero e di altri prodotti. Nel 1930, circa, si cominciò la costruzione di una usina (fabbrica) per produzione zucchero.
Oggi, la produzione di tale usina, si aggira attorno ai centomila sacchi annui. La mia vita continuò così, per anni, sempre nel lavoro e sempre in contatto per lo più con italiani. […]
Nel 1923 arrivò mio fratello che si era laureato in medicina a Napoli. Nel 1924, dopo la necessaria permanenza a Rio, per la rivalidazione del diploma di laurea, si stabilì definitivamente in Santa Barbara dove si sposò e dove vive tuttora sfruttando agiatezza e stima. […]

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